Autoregolazione e sonno nei bambini
Nei primi anni di vita il bambino è dipendente da chi si prende cura di lui e lo rimane per molto tempo, date le sue competenze limitate. Per questo motivo bisogna stimolare l’autonomia in modo molto graduale cosicché, sia a livello fisiologico che a livello emotivo, il processo si accresca gradualmente.
Quando raccomandiamo l’autonomia del bambino nel sonno, stiamo parlando di autoregolazione. Questa è una capacità molto complessa, che va appresa nel corso degli anni e sarebbe bene sviluppare fin da subito per l’influenza che ha su tutta la nostra vita.
La capacità di autoregolarsi riguarda la regolazione dei propri stati fisiologici ed emotivi e sappiamo quanto sia importante questa competenza quando da adulti ci accorgiamo che non siamo in grado di contenere certe emozioni (rabbia, aggressività, tristezza costante, invidia,…) oppure non riusciamo a controllare alcuni comportamenti che ci fanno stare male (mangiare senza avvertire senso di sazietà, usare sostanze che creano dipendenza, fumare, passare da una relazione all’altra).
La regolazione, prima di divenire autoregolazione, viene modellata dall’esterno. Sono i genitori che danno al bambino l’esempio di cosa sia regolazione, intervenendo e rispondendo, nei tempi adeguati, alle sue richieste, che egli manifesta attraverso il pianto fino a che non svilupperà l’uso della parola.
Il bambino, dal canto suo, percepisce una sensazione di regolazione quando dopo un momento di scompiglio viene ripristinato il suo equilibrio, quando tutto torna a posto. Ad esempio quando ha fame e invoca il cibo, se la madre lo soddisfa dandogli da mangiare, il bambino vive una sensazione di regolazione; così come quando il bambino ha sonno e i genitori lo aiutano ad addormentarsi, a maggior ragione se questi adeguano le modalità di addormentamento all’età del bambino.
Regolazione del neonato da 0 a 3 mesi
A partire dalla nascita, il neonato da 0 a 3 mesi di vita si trova in una condizione di totale dipendenza dal genitore. È il genitore che gestisce la sua regolazione, è il genitore che intervenendo per tempo alle richieste del bambino, gli rimanda la sua competenza nel saper chiedere e ottenere soddisfacimento. Il bambino impara come soddisfare un certo suo bisogno, che tempi ci sono per ottenere una risposta.
Nei primi tre mesi di vita spesso il bambino si addormenta in braccio, cullato o al seno, si sveglia frequentemente e ha l’esigenza di essere tranquillizzato, ma i risvegli frequenti non sempre richiedono l’intervento diretto del genitore, perché spesso è in questo periodo che il piccolo impara ad attaccare le diverse fasi di sonno e un intervento potrebbe provocarne il risveglio.
Fasi del sonno e autoregolazione
Il bambino comincia ad autoregolarsi quando impara ad attaccare le varie fasi di sonno (REM a NREM) e quando apprende ad addormentarsi in maniera autonoma, un meccanismo che richiede tempo, non è innato.
Un genitore che previene, anticipando le richieste del bambino, non sempre lo aiuta a costruire la sua capacità di regolazione perché essendoci sempre qualcuno che fornisce risposte prima del tempo, il bambino non ha modo di contattare i suoi bisogni e di conoscere quali sono, che sensazioni gli provocano, come soddisfarli e di che tempi ha bisogno. Accade spesso in questo caso che il piccolo non ha modo di apprendere ad attaccare le varie fasi di sonno per “l’interferenza” del genitore, che si allerta sentendolo muoversi o emettere suoni e accorre per prenderlo in braccio o sistemarlo, provocandone il risveglio.
Altra situazione è quella del genitore che interviene molto tempo dopo che il bambino ha espresso la sua necessità. Questo comportamento porta il bambino a percepire un senso di abbandono, sensazione molto spiacevole per cui, per “salvarsi” e difendersi da questa paura, aumenta il suo sistema di attaccamento ed ecco che diventa più capriccioso, più instabile emotivamente, richiede maggiormente la presenza dei genitori e “fa di tutto” per non staccarsi da loro. Succede spesso, in questo caso, che il bambino fatica ad addormentarsi e possano sorgere dei problemi legati al sonno; per il piccolo, dormire è come perdere i genitori e per questo timore combatte contro il sonno pur di continuare a vederli, oppure, quando riesce a prendere sonno, ci sono frequenti risvegli, segnale di non tranquillità.
È importante cercare di analizzare questi segnali scoprendone le cause. Queste, a loro volta, possono provocare una difficoltà di autoregolazione che inevitabilmente influisce anche sul sonno dei bambini.
Se vuoi saperne di più puoi approfondire leggendo gli articoli scritti dal Gruppo di lavoro sul sonno del neonato e del bambino.