Inseminazione artificiale: cos’è, quando farla e qual è la procedura
Restare incinta è il sogno di moltissime donne, arriva un momento che il desiderio della maternità si fa sempre più forte e iniziano perciò i primi tentativi con il partner. Purtroppo però il percorso che porta a concepire un bambino è più difficile di quanto possa sembrare, perché si mettono nel mezzo alcuni fattori fisici tanto dell’uomo quanto della donna.
Problemi nel cammino verso la meternità
Tra i problemi femminili tipici troviamo per esempio la sindrome dell’ovaio policistico, l’endometriosi e le alterazioni nel collo uterino. Uno dei fattori di rischio maggiori nelle donne però è l’età. A partire da 35 anni infatti diminuisce la fertilità e già con i quaranta il calo diventa ancor più significativo.
Tra i problemi maschili c’è un’alterazione nella mobilità o concentrazione del seme, oppure l’incapacità degli spermatozoi di passare il muco cervicale o ancora il problema può essere dovuto all’eiaculazione retrograda.
Per questo motivo sono sempre di più le coppie che decidono di ricorrere alle varie tecniche di inseminazione artificiale così da poter coronare il loro sogno. Migliorano notevolmente infatti la possibilità di riuscire a concludere una gravidanza con esito positivo.
Cos’è l’inseminazione artificiale
L’inseminazione artificiale è un trattamento consigliato a quelle coppie che desiderano avere un figlio ma non ci riescono in modo naturale. Si tratta di una tecnica di riproduzione assistita che ha come scopo quello di collocare un campione seminale (del partner oppure di un donatore anonimo) nell’utero della donna.
Aumentano così le possibilità della donna di ottenere una gravidanza. I motivi per cui aumentano le possibilità sono diversi. Il campione seminale infatti prima di essere collocato nell’utero viene trattato in laboratorio in modo che solo gli spermatozoi maggiormente capaci di fecondare l’ovulo vengono scelti.
Le ovaie allo stesso tempo sono stimolate e controllare per monitorare la crescita e la maturazione degli ovuli. Solo nel momento in cui l’ovaio libera uno o due ovuli per essere fecondati viene introdotto il campione di seme nell’utero.
Quando è indicata l’inseminazione artificiale
L’inseminazione artificiale non è la tecnica adatta a tutti coloro che soffrono di infertilità. Viene scelta tenendo in considerazione parametri specifici. E’ indicata per esempio quando la sterilità è provocata da cause sconosciute e non ci sono evidenti anomalie dello sperma o problemi ginecologici conclamati (in questi due casi infatti è meglio la fecondazione in vitro).
Va bene se la donna ha disturbi di ovulazione, anomalie al collo dell’utero oppure se l’uomo è affetto da alterazioni dello sperma come i disturbi legati alla motilità. Per potersi sottoporre all’inseminazione artificiale la donna deve avere comunque una buona riserva ovarica.
Inoltre l’inseminazione artificiale può essere fatta anche con il seme di un donatore, in questo caso parliamo dell’inseminazione eterologa, che ha visto un boom in Italia con 10mila nascite negli ultimi sette anni. Si tratta di una buona opzione per esempio se l’uomo è portatore di malattie genetiche che non possono essere rilevate negli embrioni.
Inseminazione artificiale: quali sono gli step della procedura
L’inseminazione artificiale viene eseguita per step. Analizziamoli in questa seconda parte dell’articolo per capire come funziona la tecnica, quali sono i tempi e i trattamenti a cui sottoporsi.
Scelta della tecnica migliore
Prima di sottoporsi all’inseminazione artificiale è opportuno eseguire una valutazione, puoi richiedere un preventivo sul sito di Fertilab Barcelona, per capire qual è il trattamento più opportuno. In base ad alcuni fattori già analizzati in precedenza viene stabilito se l’inseminazione artificiale è il metodo adatto oppure se è meglio per esempio procedere con la fecondazione in vitro.
Stimolazione degli ovuli
Una volta appurato che l’inseminazione è la tecnica giusta, il primo passo da compiere è la stimolazione ovarica e sancisce l’inizio del trattamento, viene eseguita durante il primo giorno del ciclo mestruale e ha una durata di circa 10 o 12 giorni, cioè il tempo necessario per raggiungere l’ovulazione, cioè il momento in cui il corpo produce il singolo ovulo. Grazie a questa stimolazione aumenta la possibilità di successo di rimanere incinta perché cresce il numero di ovuli prodotti.
Monitoraggio della stimolazione ovarica
Il secondo passo è quello di monitorare attraverso le ecografie la stimolazione, mentre attraverso le analisi del sangue può valutare che i livelli ormonali siano nella norma. Dall’ecografia il medico individua il momento in cui il follicolo raggiunge le dimensioni adeguate. Viene così iniettato l’ormone hCG per indurre la maturazione dell’ovocita e 36 ore dopo viene fatta l’inseminazione artificiale.
Scelta degli spermatozoi
Il giorno stesso dell’inseminazione viene ottimizzata la qualità del campione di sperma che l’uomo ha lasciato due ore prima della pratica. In questo modo possono essere selezionati gli spermatozoi dalla migliore motilità e vengono scartati quelli lenti. L’inseminazione vera e propria viene svolta in laboratorio inserendo attraverso un catetere lo sperma nell’utero.
Test di gravidanza ed ecografia per la conferma della gravidanza
Dopo circa 15 giorni dall’avvenuto trattamento viene eseguito il test di gravidanza attraverso l’analisi del sangue per vedere se l’inseminazione è andata a buon fine oppure no. Dopo circa 5 o 6 settimane dall’avvenuto trattamento viene fatta un’ecografia di controllo per confermare la presenza del sacco embrionario.